Il Consiglio Direttivo del Comitato Interregionale Serie D ha ha stilato la graduatoria delle società retrocesse perdenti i play-out, che avevano provveduto, nei tempi e nei modi richiesti, a presentare domanda di ripescaggio al campionato di D. Questo l’elenco: Riccione, San Paolo Bari, Savona, Pro Belvedere Vercelli, Orvietana, Montebelluna, Rossanese, Nuova Avezzano, Pergolese, Narnese, Sorianese, Nuovo Terzigno. Essendo davanti a tutte, il Riccione è praticamente certo di disputare, anche l’anno prossimo, il campionato di serie D. In merito alle società provenienti dai campionati di Eccellenza ed a quelle retrocesse direttamente dalla serie D al termine della regular season, invece, l’eventuale graduatoria sarà pubblicata dopo l’esaurimento dei posti: tra queste squadre ci sono anche due romagnole, vale a dire Faenza e Real Cesenatico, che sperano nel ripescaggio.
Il Forlì Calcio è stato escluso dalla serie D. Il Consiglio direttivo del comitato interregionale non ha ritenuto sufficiente la documentazione presentata dalla società all’atto dell’iscrizione. Mancano, infatti, le liberatorie relative agli emolumenti da corrispondere ai giocatori al 30 giugno. La vertenza tra la famiglia Oliveti e i tesserati del Forlì va avanti da alcuni mesi e ha portato all’apertura di una vertenza economica che sarà discussa solo a settembre. Impossibile, quindi, che nella documentazione ci fossero tali liberatorie, indispensabili però, perchè dal Comitato fosse dato il via libera. Insieme al Forlì sono state escluse dal campionato di serie D 2006-2007 anche Casale, Latina e Modica, sempre per lo stesso motivo. Il Forlì è quindi retrocesso in Eccellenza. Anche se la questione non è finita qui. Il Forlì Calcio ha annunciato che attraverso un avvocato presenterà ricorso alla Camera di conciliazione, che dovrebbe dare il suo responso entro la metà della prossima settimana. La linea che verrà sostenuta è quella che il debito verso i tesserati si aggira sui 152mila euro, mentre depositati in Lega ci sono fondi a credito del Forlì di 274mila euro, sufficienti a coprire la spesa. Basterà a convincere la Camera di conciliazione? Se così non fosse per il Forlì non resterebbe altro che l’Eccellenza, sempre con l’ipotesi di una famiglia Oliveti che concede in gestione alla cordata Barone-De Stefano-Oliveri la società. Una situazione quindi ben più tesa di quella del 2002 quando il Forlì, sull’orlo del fallimento, venne salvato grazie all’accordo tra gli Oliveti e la “vecchia amministrazione Rusticali, messi in contatto da Roberto Pasini, allora presidente del Settore giovanile scolastico. In questa calda estate, invece, almeno all’apparenza, l’Amministrazione è rimasta a guardare. “Questo provvedimento - commenta l’assessore allo sport Giovanni Bucci - ci pone nella necessità di guardarci intorno per far disputare a Forlì, alla squadra e ai suoi tifosi, la categoria che meritano. Credo che si debba trovare un gruppo di imprenditori forlivesi in grado di non fare il passo più lungo della gamba. Aspettiamo i tempi del ricorso, poi si potrà partire”. Negli ultimi giorni l’amministratore avrebbe già incontrato la cordata che vorrebbe rilevare il Forlì, senza però passare dalla trattativa con Oliveti. “Il presidente - continua Bucci - mi ha comunicato l’intenzione di vendere la società a Barone e soci entro la fine del mese. Vedremo se sarà così. Noi abbiamo concesso l’uso del campo per l’iscrizione al campionato, ma prima di riaprire la sede dovranno essere versate le concessioni”. Insomma, a Forlì l’aria che si respira è sempre più pesante, e la squadra affonda.
Una stagione da protagonisti. Senza mezzi termini, a Cesenatico sperano di poter vivere il prossimo campionato rimanendo sempre nelle posizioni migliori, a differenza delle ultime stagioni, cominciate bene e finite male. E le possibilità ci sono tutte: il nuovo tecnico Brigliadori ha per le mani una formazione veramente di alto livello. I nomi che sono usciti dal mercato sono di assoluto prestigio: Lantignotti, Christian Protti, Farabegoli. Gente che in queste categorie può fare la differenza: a Cesenatico se lo augurano, per vedere finalmente la squadra raggiungere quei risultati che non sono arrivati in questi anni. “Al 90 per cento gli obiettivi di mercato sono stati raggiunti - spiega il direttore generale Giorgio Screpis - possiamo dunque definirci soddisfatti”.Senza dimenticare che negli ultimi giorni è arrivato anche il giovanissimo (classe 1989) Tommaso Domini, figlio del Sergio già visto brillare sui campi di serie A e che a Cesenatico avrà il ruolo di direttore tecnico. Domini junior, jolly di centrocampo, viene descritto come un ragazzo dalle enormi potenzialità: su di lui mette una mano sul fuoco proprio Screpis. “Sono sicuro che Tommaso potrà fare la differenza già da quest’anno. Lui è un vero colpo, ho lavorato venti giorni per portarlo a Cesenatico: adesso potrà diventare protagonista”.Sul valore della squadra non si discute, ma può diventare un rischio il dover vincere a tutti i costi? “Questo rischio esiste - continua Screpis - è sempre difficile giocare con il favore del pronostico. Speriamo che i ragazzi riescano a costruire un buon gruppo, in modo da reagire alle difficoltà comportandosi da squadra vera”. Il Cesenatico si è radunato mercoledì pomeriggio a Gatteo per iniziare la preparazione. La rosa è stata rinnovata, con parecchi cambi anche in posizioni importanti. Nonostante i rinforzi siano di assoluto valore, c’è il pericolo che la squadra risenta dei molti cambiamenti? Il patron Matteo Bagnolini non la pensa così: “Abbiamo aggiunto della qualità, certo, ma non credo che i ragazzi siano svantaggiati dalle novità. C’è da considerare, poi, che una base di sette o otto giocatori è rimasta tale e quale allo scorso anno: penso a Faedi, Longhi, Pirini e lo stesso mister Brigliadori”.Tutto lascia presagire una grande stagione: almeno questa è l’impressione che si ricava leggendo la rosa della squadra. “Anche se l’ultima parola bisogna lasciarla al campo - riattacca Bagnolini - perchè si fa presto a vincere sulla carta, ma poi bisogna farlo anche contro gli avversari. Noi abbiamo molta fiducia nella squadra e nello staff tecnico. Speriamo che questo sia davvero l’anno buono”.LA ROSA - Portieri: Faedi, Bonoli (dal Bellaria). Difensori: Arrigoni, Ferri (dall’Imolese), Focante (dalla Cingolana), Gasperini, Moretti, Rossi (dal Riccione), Sanasi (dal Bellaria). Centrocampisti: Domeniconi, Domini (dal Brescia), Farabegoli (dal Forlì), Glorioso (dal Potenza), Lantignotti (dal Forlì), Longhi, Magnani, Pagliarani, Palazzo. Attaccanti: Morelli (dal Classe), Pirini, Protti (dal Boca San Lazzaro), Nicolas (dall’Eccellenza laziale).
Rompe il silenzio dopo mesi. L’esclusione dal campionato di serie D è l’ultimo colpo di una stagione travagliata. Marco Oliveti, presidente del Forlì, non ha però lo spirito rassegnato di chi negli ultimi tempi è stato al centro di critiche, voci ed episodi che sono andati anche oltre la gestione del calcio. E’ arrabbiato. Le prese di posizione pubbliche dopo l’esclusione dal prossimo campionato di D per la mancata presentazione delle liberatorie dei giocatori lo hanno fatto sobbalzare. “Tutte queste persone che ora si dicono pronte a ripartire, a prendere in mano il Forlì, a darsi da fare - attacca il presidente - dove erano in tutti questi mesi in cui la situazione si è fatta difficile? L’assessore Bucci, Marino Bartoletti, gli imprenditori locali che vogliono salvare il Forlì, cosa hanno fatto per dare una mano alla squadra in tutto questo tempo? Niente”.L’Eccellenza è l’ultimo incubo. “Il Forlì non è fallito - chiarisce Oliveti - Non siamo stati iscritti perché mancavano le liberatorie, ma visto che la vertenza ci sarà a settembre, era impossibile avere tali documenti. L’esclusione era un provvedimento che ci aspettavamo, ma siamo pronti a dare battaglia. Il debito verso i tesserati è ampiamente coperto dai soldi che sono depositati in Lega e sono stati versati dal sottoscritto”.In pratica sarebbero circa 152mila i soldi dovuti ai giocatori, mentre quelli depositati in Lega 274mila. “Nel ricorso alla camera di conciliazione presenteremo la copertura economica - riprende Oliveti - Tutti i detrattori che sperano nel fallimento del Forlì rimarranno delusi. Anche questa volta sborserò di tasca mia per permettere al Forlì di fare la serie D”.Lo sfogo del presidente biancorosso si anima quando viene toccato il tasto dell’amministrazione comunale. “L’assessore Bucci si è limitato a parole, mai che abbia chiesto se il Forlì avesse bisogno di qualche cosa. L’unica cosa che è riuscito a fare è stato quello di chiudere la sede. Ho pagato per avere il campo di gioco e così riuscire a scrivere il Forlì al campionato, prima che succedesse questo intoppo. E’ ora di finirla con le parole, ne ho sentite anche troppe nei miei confronti, ma la verità è che nessuno si è mai mosso concretamente per darmi una mano, anzi per dare una mano al Forlì Calcio. Il Forlì che io sto guidando è quello nato nel 1919, altre storie di squadre e nuove società non hanno senso. Pensiamo a salvare questa squadra”.Da quando lo scorso dicembre Oliveti ha deciso di staccarsi dalla gestione della società e trattare la sua vendita, si sono succedute tante vicissitudini. “Non ho più parlato perché ho deciso di defilarmi - ammette Oliveti - nonostante sia stato attaccato e criticato. La verità è che non ho ricevuto nessuno che mi chiedesse com’era la situazione, se avessi bisogno di una mano. Io ribadisco di essere disposto a parlare con chiunque, basta però che sia veramente interessato al Forlì Calcio e a dare continuità a questa società. Chi ama il Forlì vuole salvare la situazione, non aspettare il fallimento. L’assessore Bucci poteva essere un buon interlocutore, ma adesso deve decidere se fare parte di un’altra cordata”.L’ultimo pensiero è per un chiodo fisso di Oliveti, il settore giovanile. L’intenzione è quella di fare tutte le squadre a livello giovanile. Con un monito alle altre società forlivesi. “Basta telefonare ai nostri giocatori, altrimenti ci tuteleremo in Federazione”.
Nessun commento:
Posta un commento